Moonlight rilasciata la prima alpha

Moonlight, un nuovo DE scritto in qt5, ha ricevuto il primo rilascio in alpha.

La versione, 0.5, non è assolutamente stabile e non è usabile, tuttavia può permettere agli interessati di contribuire al progetto di un DE modulare moderno, leggero e bello da vedere.

Il lavoro da fare è ancora molto, come si vede anche dallo screen più sotto, tra le cose funzionanti troviamo il file manager, il sistema di notifiche, i panel applet e il side panel.

moonlight

Gli sviluppatori hanno reso disponibile un pacchetto .deb per gli utenti di Ubuntu 32 bit che vogliono provarlo. Qui potete scaricarlo.

 

Moonlight è un DE che condivide del codice con LXQT e anche parte della filosofia, è pensato per essere leggero e moderno in modo da poter girare su computer più datati oppure su sistemi come Raspberry-PI.

Per ulteriori dettagli, potete accedere alla pagina g+ di moonlight. 

KAOS rilasciata una iso con kf5

Lo sviluppatore di KAOS ha nella notte rilasciato una ISO della giovane distribuzione contenente kf5 aggiornato all’ultima versione e usabile.

Rispetto all’aggiornamento precedente (leggete questo articolo) ksplash è tornato a funzionare, systemsettings ha il nuovo look, le icone breeze sono state aggiornate così come i wallpaper.

In generale si tratta di un rilascio completamente usabile non come gli ultimi, molto più stabile e con il solo kdesu non funzionante.

Di seguito qualche immagine inserita da Anke nel forum:

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Se siete interesati a provare questa ISO, qui potete scaricarla. Al momento del login selezionate KF5 in sddm, il login è live/live.

Attenzione: è una ISO per il solo testing di KF5, usatela a vostro rischio e pericolo!

[Guida] Aggiungere una desktop entry

Aggiungere una desktop entry è molto semplice e veloce, vediamo come fare.

Apriamo il nostro text editor preferito (non ne avete uno? Leggete questo articolo allora!) e incolliamo queste righe:

[Desktop Entry]
Type=Application
Version=1.0
Name=jMemorize
Comment=Flash card based learning tool
Exec=jmemorize
Icon=jmemorize
Terminal=false
Categories=Education;Languages;Java;

Ricordatevi che le righe in questioni sono esemplifcative e non rappresentano tutte le possibilità, se volete vedere tutte le possibili entrate leggete qui, tuttavia per aggiungere un’applicazione sono più che sufficienti.

Bene, a questo punto possiamo editare le righe e inserire la desktop entry per la nostra applicazione.

Type rappresenta il tipo, lasciamo Application.

Version è la versione installata della nostra applicazione. Non è obbligatoria e la si può anche omettere cancellando tutta la riga.

Name è il nome della vostra applicazione, ad esempio Atom.  Una possibilità interessante è quella di poter inserire un nome diverso per lingua, semplicemente aggiungendo alla riga dopo Name un’altra entrata Name seguita da [it] (ad esempio) dove specificare il nome in italiano.

Comment è un breve commento appunto che può essere usato come informazione sull’applicazione, è bene metterlo. Anche in questo caso è possibile aggiungere commenti in più lingue come per il nome.

Exec è il comando che viene eseguito per avviare l’applicazione. In pratica viene aperto l’eseguibile presente nel vostro sistema, per Atom esso è il seguente: atom %U, potete anche inserire l’indirizzo del file eseguibile: /usr/share/applicazione/eseguibile.

Icon è l’indirizzo dove risiede l’icona del programma, potete specificarne una personalizzata oppure quella del programma predefinita. Per cercare l’icona del programma, per prima cosa si può tentare di  ercare all’interno della cartella di installazione:

$ find /path/to/source/package -regex ".*\.\(svg\|png\|xpm\|gif\|ico\)$"

dove dopo find va inserita la cartella di installzione del programma. In alternativa, una rapida ricerca su internet dovrebbe restituirvi l’icona che cercate.

Ricordate che i tipi supportati sono: png e svg, se ci ritrovate con altri tipi di formato, ad esempio gif, potete convertire l’icona semplicemente digitando da terminale (dovete avere installato imagemagick):

$ convert icona.gif icona.png

Proseguendo troviamo la voce terminal, qui possiamo specificare se l’applicazione va avviata nel terminale oppure no.

In ultimo troviamo le categorie, qui si può specificare a quali categorie appartiene l’applicazione, ad esempio multimedia, educational etc. 

Bene, ormai abbiamo finito, ora salviamo il nostro file con estensione .desktop dentro /usr/share/applications, per applicazioni installate system-wide oppure in ~/.local/share/applications per applicazioni installate localmete per l’utente. Notate che per salvare il file in /usr/share/applications dovete avere i permessi di root. 

Ecco come appare la nostra desktop entry:

[Desktop Entry]
Type=Application
Name=Atom
Comment=The hackable text editor
Exec=/opt/atom/atom %U
Icon=/usr/share/icons/hicolor/256x256/apps/atom.png
Categories=GNOME;GTK;Utility;TextEditor;

Abbiamo concluso, a questo punto all’interno del vostro application launcher troverete l’applicazione che prima non c’era. Facile no?

Per ulteriori informazioni, potete leggere l’articolo della wiki di archlinux da cui questo articolo è stato tratto.

Che text editor usare su Linux?

Che text editor usare su Linux?

Questa domanda potrebbe scatenare una delle guerre più “cruenti” che il pinguino ha mai vissuto, infatti la battaglia tra vim e emcas continua dall’alba dei tempi e sembra che sia destinata a continuare per molto tempo ancora.

Questo articolo non vuole dire quale text editor sia migliore, vuole semplicemente elencare una serie di programmi adatti per il text editing per il pinguino, per cui niente flame, l’editor migliore è pur sempre quello con cui ci si trova meglio!

Iniziamo col dire che tutti gli editor di testo in Linux si possono dividere in 3 categorie principali: ci sono quelli incentrati più alla programmazione, quelli incentrati sulla scrittura di testi e quelli che sono una via di mezzo tra i due, rimanendo in una sorta di limbo. Ovviamente nessuna vi vieta di scrivere un libro usando emacs oppure di scrivere del codice in Libre Office Writer, tuttavia non è senz’altro consigliato.

Editor incentrati alla programmazione

Vim e Emacs

vim

Iniziamo dunque dagli editor che sono maggiormente usati per la programmazione e iniziamo ovviamente con vim e emacs. Sono entrambi degli ottimi editor che semplificano la vita a chi deve programmare grazie a svariati plugin e una forte comunità alle spalle. Senza dubbio non c’è niente di meglio tuttavia usare uno di questi due editor non è semplice, almeno all’inizio, e per prenderne la mano ci vuole del tempo ma una volta appreso nessuno torna indietro.

emacs

Sublime, Lime e Atom

sublime

Un editor di testo molto molto interessante è senz’altro Sublime Text Editor,  ispirato a vim e emacs è seza dubbio più user friendly e immediato rispetto ai due re. Unica pecca di questo ottimo programma è che richiede una licenza ogni tot tempo: il programma si può usare con tutte le funzionalità però ogni tot tempo spunta fuori un popup che richiede all’utente di comprare una licenza (che costa 70$), tuttavia anche se non la si compra si potrà continuare a usare il programma normalmente (almeno per ora).

Se non volete avere a che fare con licenze e volete solo software libere nel vostro computer, potete provare Lime. Si tratta di un editor che vuole emulare Sublime rimanendo però rigorosamente gratuito e open source oppure ancora potete provare Atom, un altro editor che si presenta come il rivale numero uno per Sublime. I suoi punti di forza sono l’integrazione a Node.js e la semplicità con cui si può customizzare. Sia Lime che Atom sono software nati da poco e quindi sono in pieno sviluppo, per cui le cose non possono che migliorare!

atom

Editor incentrati alla scrittura di testo

Libreoffice e Calligra

libreoffice

Se quello che volete fare è scrivere del testo, e scriverlo bene, allora quello che state cercando è Libreoffice. Nato da OpenOffice, Libre è la suite di ufficio predefinita in quasi tutte le distribuzioni (tranne quelle kde-centriche dove in genere è presente Calligra appunto) e vi permette di fare quello che su Windows potete fare con Office. Sono sicuro che tutti ne avete per lo meno sentito parlare.

Calligra è la suite sviluppata da KDE, è meno ricca rispetto a Libreoffice e più acerba ma propone molte cose interessanti e si tratta senza dubbio di un progetto che ha ampi margini di crescita. Tra le peculiarità troviamo la possibilità di aprire formati proprietari (come .doc) ma n0n di salvare il proprio lavoro se non in formati open (come .odt).

calligra

Abiword e Focus Writer

Se quello che volete fare è scrivere semplicemente del testo, senza avere dietro una suite completa, allora Abiword è probabilmente quello che state cercando. Leggero e senza troppe funzioni “inutili”.

Focus Writer vi permette invece di concentrarvi sul testo che dovete scrivere: il programma è a schermo intero e di conseguenza non vi lascia cadere l’occhio su eventuali altre applicazioni aperte che vi potrebbero distrarre dal vostro importante scritto che magari dovete consegnare all’indomani.

Editor del limbo

Kate e Gedit

kate

Kate e Gedit sono per certi versi molto simili, il primo è l’editor di testo in KDE il secondo in GNOME. A primo impatto sembrano molto simili al blocco note di Windows (e che immagino tutti voi conosciate) ma spulciando tra le impostazioni si possono abilitare diverse funzioni per la programmazione ad esempio. I due si prestano molto bene anche a essere usati come blocco note appunto, dove semplicemente scrivere del testo per non dimenticarsene.

Leafpad

Leafpad è simile a Kate e Gedit e ricorda molto Notepad in Windows, è molto adatto per desktop leggeri come XFCE e LXDE. Se cercate leggerezza e flessibilità allora questo è probabilmente ciò che state cercando.

Nano e Qute

nano

Nano è tra gli editor di testo più utilizzati nel terminale per modificare file di configurazione e simili. Dato che nano funziona nel terminale si può addirittura pensare di chiudere l’interfaccia grafica e di scrivere senza alcun tipo di distrazione. Un’ottima alternativa è Qute, senza dubbio molto più bella da vedere e senza troppe caratteristiche. Se non siete abituati con il terminale, allora Qute è quello che cercate.

qute

Conclusione

Mi rendo conto del fatto che di editor di testo per Linux ne esistano una marea, questo articolo ne voleva raccogliere qualcuno tra i più usati e famosi e di introdurli brevemente al lettore. Non si tratta senz’altro di una lista esauriente ma sono sicuro che se state cercando un editor per scrivere del testo oppure per programmare molto probabilmente in questa lisgta troverete ciò che fa per voi.

Quindi, provateli tutti e cercate quello che fa per voi, il migliore è quello con cui vi trovate meglio.

 

 

Opera per linux, disponibile una nuova versione!

Opera per linux: dopo quasi un anno dall’ultimo rilascio per il pinguino, Opera Software rilascia la prima versione del suo browser dopo lo switch a chromium. 

La nuova versione, la 24, è stata rilasciata per gli utenti di Ubuntu in versione “developer” ovvero in versione non ancora stabile, infatti nell’annuncio di Opera si legge che il browser è stato sviluppato per Ubuntu e che non è garantito che funzioni su altre distribuzioni.

Per chi non abbia avuto modo, o voglia, di provare le versioni chromium-based per Windows, questa nuova versione potrebbe essere un autentico shock, molte delle feature più importanti di Opera 12 ormai non ci sono più nella nuova versione, inoltre l’UI è completamente diverso. 

Ma ecco come si presenta l’ultimo aggiornamento di Opera per Linux sul mio portatile con Manjaro:

schermata8

Se siete così coraggiosi da voler provare la nuova versione, è consigliabile utilizzare Ubuntu come OS per il test. In alternativa potete usare una distro con accesso ad AUR (solamente per il fatto che vi semplifica la vita) dove troverete il pacchetto opera-developer. Vi ricordo a tutti che non è garantito il funzionamento su distribuzioni diverse da Ubuntu.

Per scaricare il pacchetto .deb cliccate quiSe invece non usate Ubuntu, qui potete trovare una guida (in inglese) su come fare per installare Opera 24 sul vostro computer.

Questo aggiornamento è arrivato, per quanto mi riguarda, così all’improvviso e non me lo aspettavo. Ho trattato l’argomento Opera per Linux più e più volte in questo blog, compreso in un editoriale. A quanto pare Opera Software ha voluto sorprendermi, bene. Tuttavia il lavoro da fare è ancora molto e a giudicare dai commenti degli utenti Windows di Opera, le ultime versioni mancano di importanti feature che ancora non sono state introdotte. Ovviamente l’augurio è quello che Opera possa tornare competitivo come una volta sempre che gli utenti abbiano voglia di concederle una seconda oppurtunità.

Voi cosa ne pensate? Fatemelo sapere, darete una seconda chance a Opera oppure ormai siete passati definitivamente ad altri browser? 

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