Otter Browser, rilasciata la beta 6

Otter raggiunge finalmente la beta numero 6 introducendo finalmente, tra le altre cose, lo speed dial .

Le aggiunte della nuova versione

La nuova beta ha richiesto 2 mesi di sviluppo e grazie al lavoro di emdek e soci Otter si completa di funzionalità che ormai tutti gli altri browser possegono, ad esempio nella nuova versione, la 0.9.06 possiamo trovare:

  • una start page (speed dial)
  • aggiunto un modo MDI (disabilitato per default)
  • aggiunto un menù dropdown per visualizzare gli ultimi siti ricercati
  • miglioramenti vari al backened sperimentale per il QtWebEngine (blink)

qui potete trovare la pagine ufficiale del rilascio.

Download e installazione

Al solito, potrete scaricare e provare la nuova versione di Otter da questo indirizzo. Se utilizzate una distro arch based potete installare Otter grazie a AUR digitando

yaourt -S otter-browser

A questo punto Otter è diventato un browser abbastanza completo e stabile da poter uscire dallo stadio di beta e infatti la prossima major release dovrebbe essere proprio la 1.0.0 che dovrebbe segnare la prima versione completamente stabile del browser.

Per quanto riguarda nuove features, non possiamo far altro che aspettare la prossima release (in linea teorica dovrebbe arrivare entro 2 mesi, massimo 3 di sviluppo) che dovrebbe concentrarsi sul miglioramento generale del browser e dell’ottimizzazione dell’interfaccia utente (magari un gestore per le password non sarebbe male, ma si tratta di un lavoro lungo e per ora non è in programma nell’immediato futuro).

In ogni caso, se il progetto vi incuriosisce, vi suggerisco di provare al più presto questa nuova versione, non sarà certamente ai livelli di browser come Firefox Chrome o lo stesso Opera, tuttavia per essere un progetto indipendente e open source vi garantisco che vale assolutamente la pena.

Scaricatelo, provatelo e fateci sapere cosa ve ne pare. Siete pronti a dare fiducia a questo progetto open oppure preferite soluzioni come Vivaldi o altri browser principali?

 

[Editoriale] Valve e la sua rivoluzione videoludica

Valve ha annunciato durante il GDC tanti, moltissimi nuovi giochi per il pinguino, ma non solo…

Non si parla d’altro da qualche giorno ormai, Valve ha confermato le Steam Machines (in arrivo a Novembre di quest’anno) oltre che il suo controller (anch’egli in arrivo a Novembre) e ha annunciato il suo nuovo dispositivo per la realtà virtuale in collaborazione con HTC (e in arrivo già da maggio/giugno!) durante l’ultimo GDC.

Ma non è tutto qui, sono infatti arrivati anche i “SteamOS sales“, una nuova ondata di saldi nel classico stile Valve (con giochi scontati anche dell’80%), per “festeggiare” diciamo l’annuncio ufficiale delle Steam Machines. Tuttavia non si tratta dei soliti saldi, molti nuovi giochi AAA sono stati infatti confermati per SteamOS (e quindi per Linux) tra cui spiccano nomi quali Batman: Arkham Knight (che verrà rilasciato al day 0 anche per Linux!), The Witcher III e tanti altri (trovate una lista più dettagliata in fondo all’articolo).

Rivoluzione, è la parola giusta?

Forse è ancora presto per parlare di vera e propria rivoluzione ma ciò non impedisce di affermare che il duro lavoro di Valve degli ultimi anni sta dando i primi frutti (e che frutti, si potrebbe aggiungere) agitando il settore dei videogiochi, iniziando a spaventare (molto probabilmente) seriamente i colossi di questo settore quali Sony e Microsoft (PS4 e Xbox). Cosa sta facendo Valve in poche parole? Sta riuscendo a costruire un ecosistema basato interamente sul suo store Steam permettendo agli utenti di poter scegliere se costruire la propria Steam Machine, se comprarne una oppure se usare il proprio computer come ha fatto fino a ora, avendo a disposizione una libreria molto vasta di videogiochi, compresi quelli di livello AAA (come Batman ad esempio) a prezzi che molte volte sono di gran lunga inferiori rispetto ai classici giochi per PS4 o Xbox che sia.

Alla luce di tutto questo, si potrebbe parlare di rivoluzione, ma per ora ci voglio andare abbastanza cauto, non me la sento ancora di definirla tale, almeno non finchè le Steam Machines non verranno immesse nel mercato, non prima cioè di Novembre, che si prospetta davvero un mese molto interessante, almeno quanto questo Marzo.

Considerazioni personali

Io credo che Valve stia seriamente spaventando Sony e Microsoft. Usare Steam permette di poter giocare a un gioco sulla console, oppure sul computer (sia su Linux che su Windows) e oltretutto permette di ottenere una miriade di videogiochi a prezzi davvero stracciati (Borderlands 2 attualmente, in saldo, costa 5 euro per esempio) grazie ai saldi che ci sono in pratica una volta ogni 2-3 mesi e forse anche più spesso. Inoltre grazie a prodotti come lo Steam Link ad esempio, permetterà a tutti gli utenti che lo desiderano di usufruire di Steam senza dover per forza comprarsi una console (come invece capita per PS4 e Xbox ad esempio).

Credo che la strategia di Valve sia una estramente vincente, è certamente ancora presto per dirlo, ma di sicuro la società di Gabe ha tutte le carte in regola per diventare la numero uno dell’industria videoulica. Voi che ne pensate?

Ecco come promesso una lista dei principali giochi in saldo disponibili o che saranno disponibili per SteamOS:

  • Shadow of Mordor
  • Payday 2
  • Batman: Arkham Knight
  • Saints Row IV
  • Company of Heroes 2
  • Magicka 2
  • Total War: Rome II
  • The Witcher III
  • GRID Autosport
  • Total War: Attila
  • Evolve

Fonti: 

Potete trovare tutte le informazioni sui nuovi prodotti targati Valve ai seguenti link:

 

[Editoriale] Il gaming in Linux e le Steam Machines

Secondo molti, il gaming in Linux è destinato a morire, così come le Steam Machines sono deifinite “morte”. Ma è davvero così? In questo editoriale vediamo di spiegare le cose come sono.

Il gaming in Linux non è destinato a morire

Grazie all’uscita di Steam per il pinguino e l’annuncio delle Steam Machines il gaming in Linux ha fatto passi da gigante. Solo l’anno scorso molti titoli AAA sono stati portati per il pinguino e alcuni sono usciti addirittura con supporto a Linux già dal “day 0”.

Leggendo in giro per il web si possono trovare molti articoli di persone che parlano delle Steam Machines come se volessero che il progetto di Valve fallisse, e questo perché? Perché ancora non si ha una data di rilascio ufficiale né molte informazioni (che comunque dovrebbero arrivare tra poco). Dopotutto Valve è conosciuta per il tempo che si prende prima di rilasciare qualcosa per assicurarsi che sia tutto perfetto come dovrebbe.

Per cui state tranquilli, il progetto di Valve non è affatto morto.

Se le Steam Machines falliscono cosa accadrà al gaming per Linux in generale?

In poche parole? Niente. Semplicemente continuerà a evolvere. Se andate su Steam, il numero di giochi per Linux si aggira intorno ai 940, e tutto questo in pochi anni e SENZA le console targate Valve.

Ci sono nuovi giochi Indie che vengono rilasciati ogni giorno e grazie a Feral e Aspyr port di giochi importanti venogno rilasciati spesso (a proprosito, Feral ha annunciato almeno altri due port, di cui uno di un gioco non indie).

Venendo ai game engines, Godot, Unity 4/5, Unreal Engine 4, CryEngine, Construct 3 e molti altri supportano/supporteranno Linux completamente.

Cosa accadrà quest’anno?

Difficile dire cosa accadrà esattamente quest’anno nel mondo del gaming per Linux. Sicuramente molto.

Al prossimo GDC verrà finalmente svelato il successore di OpenGL chiamato per ora glNext e che speriamo riuscirà a risolvere i vari problemi di performance che abbiamo avuto fino a oggi.

Inoltre durante il GDC o poco dopo mi aspetto che vengano annunciati rilasci di nuovi giochi per il pinguino.

Conclusione

In definitiva, il gaming per Linux non è destinato a morire e soprattutto non è affatto morto, tutt’altro: stiamo vivendo il periodo migliore della storia del gaming in Linux e i segnali sono tali da farci pensare che non sia che l’inizio.

Come al solito, non ci resta che aspettare e vedere cosa succederà davvero e chi avrà o meno ragione.

Dall’ex CEO di Opera arriva Vivaldi

L’ex CEO di Opera rilascia Vivaldi, un nuovo browser che tenta di ricondursi a Opera 12

Qualche giorno fa, l’ex CEO di Opera e il suo team, hanno rilasciato un nuovo browser che si riconduca al tanto amato Opera 12, un ideale molto simile a quello che guida il team di Otter Browser.

Vivaldi è stato rilasciato come Technical Preview per cui ancora in fase di sviluppo e non stabile. Il nuovo browser è basato su Chromium (usa Blink) ed è multipiattaforma.

vivaldi tech preview

 

Dalla pagina ufficiale del browser si legge come il team sia al lavoro su molte delle vecchie funzionalità di Opera care a molti utenti, come il lettore e-mail integrato e tanto altro.

Vivaldi promette bene, oppure no…?

Il rilascio di questo nuovo browser è arrivato come un fulmine a ciel sereno. Le funzionalità attuali unite a quelle che arriveranno con lo sviluppo d’ora in avanti fanno di Vivaldi una grande promessa.

Eppure… c’è qualcosa che non mi piace in tutto questo… Come prima cosa, è basato su Chromium come la nuova versione di Opera, per cui una domanda che mi sorge spontanea è: cosa cambia tra i due? Beh oltre l’interfaccia (brutta di Vivaldi a mio avviso) e qualche funzionalità in più o in meno poco. Alla fin fine, Vivaldi è un altro ChroBrowser di nuovo e innovativo non introduce niente.

Altra cosa da non trascurare, proprio come la “madre” Opera, Vivaldi è closed source. Per molti linuxiani questo già basta per accantonare un programma. Un’applicazione closed per continuare a vivere deve guadagnare per poter pagare gli sviluppatori, ciò implica che se l’applicazione non ha successo e noon riesce a generare introiti è destinata a morire. Tuttavia, come fa a generare introiti un browser gratuito? Beh, guardate Opera. Prendete lo speed dial. Se cliccate su Facebook oppure Amazon o uno dei siti presenti per default nello speed dial il link che cliccate non è altro che un link di affiliazione tra Opera e Amazon o Facebook o quello che è. Ciò permette di generare introiti per la casa sviluppatrice.

Vivaldi potrebbe introdurre un meccanismo molto simile (sempre che non l’abbia già fatto), infatti già nella tech preview molti utenti hanno notato comportamenti anomali del browser: alcune connessioni a Google nonostante quest’ultimo non fosse impostato come motore di ricerca predefinito e neanche in uso da nessuna delle schede aperte. Si viene tracciati da Google nonostante non lo si usi in nessun modo in pratica.

Il rischio delle applicazioni closed è proprio questo, in mezzo a tanto codice buono, può sempre nascondersi del codice più malizioso atto a trarre profitto degli ignari utenti. Inoltre, nel caso venga scoperta qualche falla importante, difficilmente verrà mai reso pubblico se la falla stessa è stata chiusa oppure no dal team di sviluppo, mentre tutto questo in un progetto open source non può accadere.

Era veramente necessario un altro clone di Chromium?

La mia personale risposta è NO. Ultimamente di browser basati su Chromium ne spuntano come funghi, ce ne sono tantissimi, ma alla fin fine si tratta sempre del medesimo browser. Niente di nuovo, di veramente innovativo e soprattutto niente di open purtroppo. Per tutti questi motivi, Vivaldi non mi piace e continuo a preferire il progetto Otter.

Il tempo ci dirà se Vivaldi avrà successo e se riuscirà a farsi spazio e ritagliarsi una fetta del mercato browser.

Download

Se volete comunque provare Vivaldi sul vostro computer, potete scaricarlo dal sito ufficiale.

Per gli utenti di Arch Linux o distribuzioni arch-based in AUR è disponibile il PKGBUILD:

yaourt -S vivaldi-browser

[Guida] Installare LXQt in Arch o derivate

In questa guida, vedremo come installare LxQT sul nostro sistema operativo Arch-based (io ho preso come riferimento Manjaro Linux) cominciando da una minima installazione a una completa. Ricordate però che LxQT è in fase di sviluppo, per cui ancora non stabile al 100%. Siete stati avvisati.

Detto ciò, cominciamo.

Installazione componenti di base per LxQT

Per installare una prima versione base di LxQT, dopo aver aggiornato il vostro sistema con il solito:

sudo pacman -Syu

installiamo i seguenti pacchetti, i principali:

sudo pacman -S lxqt-common lxqt-config lxqt-panel lxqt-policykit lxqt-qtplugin lxqt-session

I seguenti pacchetti invece non sono importanti quanto i precedenti, tuttavia se avete dubbi sulla necessità di uno di questi pacchetti, installatelo comunque:

sudo pacman -S lxqt-about lxqt-admin lxqt-globalkeys lxqt-notificationd lxqt-openssh-askpass lxqt-powermanagement lxqt-runner

  • lxqt-about offre la finestra “About LXQt”
  • lxqt-admin offre impostazioni aggiuntive, quali “Data e Ora” e “Utenti e Gruppi”
  • lxqt-globalkeys offre le impostazioni per le shortcut globali
  • lxqt-notificationd offre il supporto delle notifiche per LXQt e varie applicazioni
  • lxqt-openssh-askpass abilita il modulo OpenSSH Askpass, se non sapete cosa sia allora non ne avete bisogno
  • lxqt-powermanagement contiene le impostazioni per la gestione energetica, utile per chi ha un laptop
  • lxqt-runner è un semplice lanciatore di programmi simile a gnome-do oppure synapse

Nota: in alternativa potete installare la versione -git che è l’ultima in ordine di sviluppo e quindi contiene le più recenti migliorie e aggiunte. Per farlo dovete digitare:

yaourt -S lxqt-desktop-git

Attenzione però, questo comando molto probabilmente richiederà la vostra attenzione durante l’esecuzione. Certe volte il processo di compilazione fallirà, in questo caso è bene che voi riempiate un bug report e provare l’installazione un altro giorno. 

A questo punto, passiamo a installare altri pacchetti, non facenti parte di LXQt, ma essenziali (nota: se avete installato sulla stessa macchina anche KDE oppure un altro DE, allora molto probabilmente non avrete bisogno di nessuno dei tre pacchetti seguenti, o solo di alcuno a seconda dei casi):

sudo pacman -S openbox lxterminal pcmanfm-qt

  • openbox è un window manager, in alternativa potete usare anche KWin (se avete già installato KDE) oppure altri WM, potrete cambiare l’opzione dal pannello impostazioni in un secondo momento
  • lxterminal è un emulatore di terminale sviluppato per LXDE. Se preferit usare un altro terminale, fate pure
  • pcmanfm-qt è un file manager come dolphin oppure spacefm. Come per il terminale, se ne preferite uno in particolare installate tranquillamente quello. Se però volete avere un’installazione pulita di LXQt con sole applicazioni in qt, allora installate questo pacchetto

Login Manager

Se state facendo una nuova installazione partendo da qualche ISO minimale, allora avete bisogno di un Login Manger da cui avviare le vostre sessioni. Per LXQt (così come per Plasma 5) il LM predefinito è SDDM. Lo isntalliamo con:

sudo pacman -S sddm

A questo punto bisogna abilitarlo:

sudo systemctl enable sddm

Conection Manager

Se volete avere un gestore di connessioni con interfaccia grafica in qt, allora potete installare cmst che è un’interfaccia grafica per connman. Se non sapete bene cosa sia, allora installatelo, digitando:

sudo pacman -S cmst

e quindi abilitandolo con:

sudo systemctl start connman

sudo systemctl enable connman

Potete ora avviare cmst da riga di comando oppure dal vostro lanciatore di applicazioni.

Installazione completa

A questo punto potete anche riavviare il computer, una volta fatto accedere e usare LXQt senza nessun problema: l’installazione del sistema base è completata.

Se volete un sistema completo e funzionale, potete inziare ad aggiungere pacchetti, aprite l’emulatore di terminale da voi scelto e inziamo a installare altri pacchetti.

Personalizzazione e pacchetti base

Passiamo a gestire le impostazioni di personalizzazione di LXQt, per poterlo modificare come più ci aggrada, avremo bisogno di vari pacchetti. Purtroppo LXQt non fornisce nessuna finestra di configurazione che contenga tutte le impostazioni possibili. Di conseguenza dovremmo installare i seguenti pacchetti:

sudo pacman -S lxappearance obconf gvfs gfvs-afc oxygen-icons leafpad

  • lxappearance è un gestore del tema del desktop sviluppato da LXDE
  • obconf serve a modificare e personalizzare openbox, ne esiste anche una versione in qt su AUR chiamata obconf-qt-git. Se utilizzate un altro WM, potete anche fare a meno di instalalare questo pacchetto
  • gvfs e gfvs-afc vi permettono di montare altri file system e le chiavette USB
  • oxygen-icons è il tema di icone predefinito in LXQt, se ne preferite un altro, allora installatelo pure
  • leafpad è un editor di testo leggero e semplice, notepadqq è una variante con interfaccia basata sulle QT5 e disponibile in AUR, in alternativa potete installare qualsiasi editor di testi preferiate

Yaourt

Alcuni dei prossimi pacchetti si trovano solamente in AUR, per cui, se non lo avete già fatto, è consigliato installare yaourt che vi permetterà il download e l’installazione dei pacchetti senza problemi.

Se usate Manjaro allora l’installazione è molto semplice, digitate:

sudo pacman -S yaourt base-devel

Se invece utilizzate Arch Linux, vi rimando alla pagina wiki su yaourt.

Altri pacchetti

Di seguito passiamo a installare vari pacchetti, come un visualizzatore di pdf, una calcolatrice etc.

sudo pacman -S qpdfview speedcrunch xarchiver xscreensaver lxtask lximage-qt imagewriter gvfs-mtp

yaourt -S qtfind copyq

Browser internet

Ci sono moltissimi browser internet. Una variante leggera con interfaccia in QT5 è Qupzilla:

sudo pacman -S qupzilla flashplugin

Oppure potete provare Otter:

yaourt -S otter-browser

Oppure ancora installare quello che preferite.

Media e Audio Player

In questa categoria avete l’imbarazzo della scelta. Installate quello che preferite, ad esempio possiamo installare vlc qmmp

sudo pacman -S vlc qmmp

Ancora altri pacchetti?

Giunti fino qui, vi ritroverete con un sistema usabile e pressochè completo per le esigenze medie di un utente. Si potrebbe andare avanti a installare una suite per ufficio (come LibreOffice), gestire le stampanti etc .

Se siete alla ricerca di programmi con interfacci in qt, potete tovare una lista a questo indirizzo.

Abbiamo finito

Con questo, abbiamo veramente finito, ora possiamo goderci la nostra nuova interfaccia grafica. Per problemi e/o suggerimenti, lasciate un commento.

Vi lascio con uno screenshot di LXQt 0.8.0 su Manjaro, la mia installazione. Alla prossima.

LXQt con Manjaro Linux

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