[Guida] Convertire file audio in Linux con SoundKonverter

SoundKonverter è un programma che consente di convertire i tuoi file audio mediante una semplice interfaccia grafica.

Installazione

In Arch Linux e Manjaro Linux, potete installarlo da terminale mediante il seguente comando:

sudo pacman -Sy soundkonverter

In alternativa potete compilarlo da file sorgenti, che trovate qui per soundkonverter. Il programma è scritto usando le qt per cui si integra perfettamente nel caso in cui utilizziate un ambiente grafico qt-based come KDE oppure Razor-qt.

Utilizzo

Una volta installato, il programma comparirà nel vostro lanciatore di applicazioni sotto la voce multimedia. Lanciato, il programma si presenta nel seguente modo:

soundkonverter

A questo punto, per convertire i vostri file, potete sia trascinare e rilascare file o cartelle, sia aggiungere i file mediante “Aggiungi File” in basso a sinistra. Di seguito, scegliete la qualità di conversione che volete e il formato di uscita, oltre alla destinazione dei file convertiti e cliccate su avvia. Ora non vi resta che aspettare che la conversione si concluda. Non preoccupatevi di eventuali tag dei vostri file, SoundKonverter li trasferisce tali e quali al file di destinazione, per cui non sarete costretti a modificare a mano tutti i tag una volta finita la conversione.

Se utilizzate un ambiente desktop basato sulle gtk, esiste un programma molto simile, chiamato soundconverter, che potete usare allo stesso scopo. I due si assomigliano molto e svolgono entrambi egregiamente il proprio lavoro.

In Arch Linux e Manjaro Linux potete installare la controparte in gtk digitando da terminale:

sudo pacman -Sy soundconverter

A breve scriverò un articolo anche su come convertire video in GNU/Linux sia da terminale che da interfaccia grafica, so stay tuned!

Guida al desktop Linux – 3° Puntata

Seppur con un po’ di ritardo, ecco la 3 ° puntata della nostra mini serie sul desktop Linux. Precedentemente abbiamo presentato i principali DE e WM disponibili per GNU/Linux, oggi invece parliamo di tutto il resto.

Il desktop linux è in continua evoluzione, tra aggiornamenti, fork e controfork degli environment principali l’open source è pieno zeppo di interfacce grafiche per il computer di tutti i tipi possibili e immaginabili.

Recentemente si è assistito alla nascita di nuovi progetti quali Budgie Desktop, LXQT, Pantheon etc etc, ed è questo il bello di Linux, nonostante molti utenti siano contrari ad avere una scelta troppo vasta di software (si parla di software forkato e che porta poche migliorie rispetto al programma originale) io sono dell’idea che più scelta c’è e meglio è, dopotutto la cosa entusiasmante dell’open source è appunto questo, poter creare la propria applicazione partendo da un’altra perché quest’ultima magari presenta dei bug che non vengono risolti oppure non implementa una particolare funzione oppure ancora non ha la grafica che noi vorremmo.

Per quanto riguarda le interfacce grafiche, dal rilascio di Gnome Shell si è assistito alla nascita di molti nuovi DE, forkati da quest’ultimo (a nessuno è piaciuto Gnome3 in pratica) come MATE e Cinnamon, ma anche Pantheon che è l’interfaccia di Elementary OS (la distro che negli ultimi anni ha registrato la maggiore crescita per quanto riguarda la diffusione), spingendo probabilmente anche altri a creare il proprio DE ed è probabilmente per questo che oggi assistiamo alla nascita di nuovi DE da tutte le parti.

Il mondo del desktop Linux, così come per tutto quello che riguarda il nostro amato pinguino, è in mutamento continuo, molti progetti probabilmente falliranno prima o poi, ma a chi importa? L’importante è avere scelta, e sicuramente Linux ne offre tanta.

Se siete alle prime armi con Linux, allora probabilmente sarete un po’ disorientati ma non temete, provate ogni distro che vi interessa, ogni interfaccia grafica (che sia un WM oppure un DE completo, non importa) e alla fine scegliete quello che vi piace di più e che più si adatta alle vostre esigenze. Niente di quello che esiste vi piace? Beh allora create da soli l’interfaccia perfetta e condividetela con la comunità! Questo è lo spirito dell’open source e del software libero e il bello di Linux.

Vi lascio con dei link contenenti la lista dei DE e dei WM esistenti. Provatene più che potete!

[Guida] Installare Steam Native su Arch Linux

Come tutti penso sapete, Steam è ufficialmente supportato solamente per Ubuntu, tutte le altre distro non lo sono. Tuttavia, non per questo il client di Valve non funziona su altre distribuzioni, solamente che non funziona in maniera ottimale.

Steam porta con sé una copia di tutte le librerie necessarie per poter avviare correttamente un gioco e a prima vista questa sembrerebbe essere una cosa buona e giusta e infatti lo è, il problema è che su alcune distribuzioni come Arch le librerie che accompagnano il client sono obsolete rispetto al resto del sistema a causa della natura rolling di tali distro.

Un utente di Arch e Manjaro, Aycemann, ha quindi pensato di creare un pacchetto, chiamato steam-native, che togliesse tutte le librerie obsolete e che al momento dell’installazione, si occupi di installare oltre a steam anche le librerie necessarie aggiornate come una rolling richiede.

In pratica, si è reso Steam nativo di Arch (e derivate) permettendo sicuramente una migliore performance e riducendo i problemi legati al client.

Su Manjaro Linux, il pacchetto steam-native è disponibile nei repo ufficiali, per cui per installarlo basterà digitare:

sudo pacman -Sy steam-native

Mentre per le altre distro Arch-based, il pacchetto è disponibile su AUR, per cui bisognerà digitare:

yaourt -Sy steam-native

Potete vedere il PKGBUILD direttamente online se preferite, cliccate qui.

Per poter “aggiornare” il client, è necessario un riavvio di sistema oppure un logout, oppure ancora si può cambiare runtime da terminale digitando:

STEAM_RUNTIME=0 steam

Per ulteriori informazioni, potete leggere la pagina dedicata a steam sulla wiki di Arch, così come il topic dedicato all’argomento sul forum di Manjaro, dove potrete trovare molte più informazioni.

Ecco la lista delle dipendenze del PKGBUILD di steam-native:

##32-bit:
steam
libxinerama
pango
openal
gtk2
dbus-glib
libusb
networkmanager
libnl
polkit
pam
cracklib
libtirpc
js17
libpng12
libgcrypt15


##64-bit:
steam
lib32-libxinerama
lib32-pango
lib32-openal
lib32-gdk-pixbuf2
lib32-gtk2
lib32-libpng12
lib32-libgcrypt15
lib32-dbus-glib
lib32-libusb
lib32-networkmanager
lib32-libnl
lib32-polkit
lib32-pam
lib32-cracklib
lib32-libtirpc
lib32-js17

Steam stesso è una dipendenza, per cui ricordate che steam-native non sostuisce Steam!

[How To] Customizzare il prompt dei comandi

Il prompt dei comandi è la stringa che vedete comparire quando aprite un emulatore di terminale. In genere è del tipo:

root@frugalware-chaos:/home/chaosware#

ovvero:

nomeuntente@hostname:cartella

Non tutte le distribuzioni hanno lo stesso output, questo perchè il prompt dei comandi è relativamente facile da mosidifacare a proprio piacimento, vediamo come fare!

Il pompt dei comandi è controllato da 4 variabili della shell, PS1, PS2, PS3 e PS4, ognuna ha le sue caratteristiche e serve a personalizzare una specifica parte di output:

PS1 : il valore di PS1 è quello usato dalla prima stringa dell’output. Il valore di default è \s-\v\$ .
PS2 : il valore di PS2 è usato come output secondario. Di default vale >
PS3 : il valore di PS3 è usato come valore per il comando seleziona
PS4 : il valore di PS4 precede ogni output del prompt di terminale. Il primo carattere di PS4 viene replicato più volte per indicare i valori multipli di interazione.Il valore di default è +

Nonostante tutta questa abbondanza, per avere un bell’output ci basta modificare la variabile PS1.

A questo punto, apriamo il file ~/.bashrc (se volete modificare il loook del prompt dell’utente) oppure /etc/bashrc (per modificare l’output di root, per modificarlo dovrete avere i permessi di superutente) e modifichiamo PS1 a nostro piacimento.

Mettiamo ad esempio:

PS1="scrivi istruzione:"

Ecco l’output:

schermata3

Bash permette di personalizzare questa prima stringa modificando colori, output etc, basta utilizzare i seguenti codici:

\a : carattere ASCII
\d : la data nella versione "giorno della settimana / mese / giorno del mese (Gio Mag 5 )
\D{formato} : il parametro format viene visualizzato come output (in pratica permette di modificare quello che viene cisualizzato dal comando precedente)
\e : Un carattere ASCII di escape (033)
\h : il nome dell'hostname fino al primo punto '.'
\H : l'hostname completo
\j : il numero di processi controllati attualmente dalla shell
\l : il nome della shell del dispositivo
\n : nuova linea
\r : ritorno a capo
\s : il nome della shell, il basename di $0 (porzione finale che segue l'ultimo slash)
\t : l'ora corrente nel formato 24 ore HH:MM:SS
\T : l'ora corrente nel formato 12 ore HH:MM:SS
\@ : l'ora corrente in formato 12 ore am/pm
\A : l'ora corrente nel formato 24 ore HH:MM
\u : username dell'utente corrente
\v : la versione di bash
\V : la release di bash, versione + patch (ex. 2.00.0)
\w : la directory attuale di lavoro, con $HOME indicata con ~
\W : il nome della attuale direcotry di lavoro, con $HOME indicata con ~
\! : il numero storico del comando
\# : il numero del comando
\$ : se l'UID è 0, restituisce #, altrimenti $
\nnn : il carattere corrsipondente a un numero ottale nnn
\\ : uno slash
\[ : inizio di una sequenza di caratteri non stampabili
\] : fine della sequenza di caratteri non stampabili

ad esempio mettiamo:

PS1="[\d \t \u@\h:\w ] $ "

Il risultato è il seguente:

schermata4

Per aggiungere i colori invece, si deve usare la seguente sintassi:

'\e[x;ym $PS1 \e[m'

il significato è il seguente:

\e[ :  inizia lo schema di colori
x;y : seleziona il paio di colori da usare (x;y)
$PS1 :  è il tuo prompt
\e[m : fine dello schema di colori

Di seguito eccovi i comandi per i colori (preso dalla wiki di arch linux)

# Reset
Color_Off='\e[0m' # Text Reset

# Regular Colors
Black='\e[0;30m' # Black
Red='\e[0;31m' # Red
Green='\e[0;32m' # Green
Yellow='\e[0;33m' # Yellow
Blue='\e[0;34m' # Blue
Purple='\e[0;35m' # Purple
Cyan='\e[0;36m' # Cyan
White='\e[0;37m' # White

# Bold
BBlack='\e[1;30m' # Black
BRed='\e[1;31m' # Red
BGreen='\e[1;32m' # Green
BYellow='\e[1;33m' # Yellow
BBlue='\e[1;34m' # Blue
BPurple='\e[1;35m' # Purple
BCyan='\e[1;36m' # Cyan
BWhite='\e[1;37m' # White

# Underline
UBlack='\e[4;30m' # Black
URed='\e[4;31m' # Red
UGreen='\e[4;32m' # Green
UYellow='\e[4;33m' # Yellow
UBlue='\e[4;34m' # Blue
UPurple='\e[4;35m' # Purple
UCyan='\e[4;36m' # Cyan
UWhite='\e[4;37m' # White

# Background
On_Black='\e[40m' # Black
On_Red='\e[41m' # Red
On_Green='\e[42m' # Green
On_Yellow='\e[43m' # Yellow
On_Blue='\e[44m' # Blue
On_Purple='\e[45m' # Purple
On_Cyan='\e[46m' # Cyan
On_White='\e[47m' # White

# High Intensity
IBlack='\e[0;90m' # Black
IRed='\e[0;91m' # Red
IGreen='\e[0;92m' # Green
IYellow='\e[0;93m' # Yellow
IBlue='\e[0;94m' # Blue
IPurple='\e[0;95m' # Purple
ICyan='\e[0;96m' # Cyan
IWhite='\e[0;97m' # White

# Bold High Intensity
BIBlack='\e[1;90m' # Black
BIRed='\e[1;91m' # Red
BIGreen='\e[1;92m' # Green
BIYellow='\e[1;93m' # Yellow
BIBlue='\e[1;94m' # Blue
BIPurple='\e[1;95m' # Purple
BICyan='\e[1;96m' # Cyan
BIWhite='\e[1;97m' # White

# High Intensity backgrounds
On_IBlack='\e[0;100m' # Black
On_IRed='\e[0;101m' # Red
On_IGreen='\e[0;102m' # Green
On_IYellow='\e[0;103m' # Yellow
On_IBlue='\e[0;104m' # Blue
On_IPurple='\e[0;105m' # Purple
On_ICyan='\e[0;106m' # Cyan
On_IWhite='\e[0;107m' # White

Mettiamo ad esempio il colore cyano alla riga di sopra:

PS1="\[\e[4;36m\]\d \t \u@\h:\w $ \e[4;36m"

il risultato è il seguente:

schermata5

 

Un altro modo per modificare i colori è tput, seguendo i codici della tabella sotto, iniziamo dal testo:

tput bold - Set bold mode
tput dim - turn on half-bright mode
tput smul - begin underline mode
tput rmul - exit underline mode
tput rev - Turn on reverse mode
tput smso - Enter standout mode (bold on rxvt)
tput rmso - Exit standout mode
tput sgr0 - Turn off all attributes

passiamo ai colori:

tput setab [1-7] - Set a background color using ANSI escape
tput setb [1-7] - Set a background color
tput setaf [1-7] - Set a foreground color using ANSI escape tput setf
[1-7] - Set a foreground color

ed ecco i codici dei colori:

0 - Nero
1 - Rosso
2 - Verde
3 - Giallo
4 - Blu
5 - Magenta
6 - Cyano
7 - Bianco

E con questo abbiamo finito, abbiamo un terminale cutomizzato come piace a noi, aggiungendo ance screenfetch e la trasparenza, ecco il risultato:

schermata6

[Guida] Aggiungere screenfetch al terminale

Screenfetch è un piccolo programmino che permette di visualizzzare alcune info del proprio computer nel terminale, insieme al logo creato mediante caratteri ASCII della propria distribuzione.

Un’immagine è sicuramente più esemplificativa delle parole:

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Se vi piace e volete installarlo sul vostro computer, allora seguite le istruzioni seguenti in base alla distro che utilizzate.

Arch Linux

Installate il pacchetto screenfetch oppure screenfetch-git (come preferite) da AUR. Ad esempio digitando:

# yaourt -Sy screeenfetch

Mageia

Scaricate screenfetch usando urpmi oppure rpmdrake. Se scegliete la riga di comando, digitate:

# urpmi screenfetch

Gentoo e Sabayon linux

Per Sabayon avete due possibilità, o usate equo oppure emerge (se preferite usare Rigo, va bene anche quello). Pe Gentoo invece dovete usare emerge:

# equo install screenfetch

# emerge screenfetch

Altre distribuzioni

Se non trovate screenfetch tra il gestore dei pacchetti della vostra distribuzione, allora dovete usare i seguenti comandi:

$ wget https://raw.githubusercontent.com/KittyKatt/screenFetch/master/screenfetch-dev
$ sudo cp screenfetch-dev /usr/local/bin/screenfetch
$ sudo chmod 755 /usr/local/bin/screenfetch

Adesso,per eseguire e avere un’anteprima di screenfetch, aprite un emulatore di terminale e digitate semplicemente:

screenfetch

Per avere invece una panoramica di tute le opzioni, digitate

screenfetch -h

Potete vedere l’anteprima anche di altre distribuzioni, diversa da quella che avete installato, digitando:

screenfetch -D distribuzione

Se volete che screenfetch appaia a ogni avvio del terminale, allora editate il file ~.bashrc con il vostro editor di testo preferito e in fondo aggiungete:

screenfetch

Semplice no?

Se avete problemi con screenfetch e quest’ultimo non riesce a rilevare la distro che state usando nonostante sia inclusa, allora aggiungete alla riga nel file ~.bashrc il comando -D seguito dal nome della vostra distribuzione.

Screefetch in esecuzione su Frugalware

screenfecth in esecuzione

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